“Anzi, i miei talenti preferiti sono i talenti sprecati: i vari Vendrame, Beccalossi. Non mi interessano i campioni da prima pagina!”
Sarà stato il fatto di essere omonimo di mio padre, sarà stata la passione condivisa per il golf, o semplicemente l’occasione di esserci incontrati, fatto sta che Flavio Regazzoni, per me, è quello che in genere si identifica con il consigliere saggio e fidato, cui è riconosciuta una sorta di autorità paterna: il mentore. Lui ha infatti quella capacità (probabilmente il suo talento) di trasmettere lo spirito combattivo senza l’aggressività del combattente. E ne ebbi la conferma quando decidemmo di giocare in coppia a golf durante una Louisiana. La battuta che feci alla fine “squadra che perde, non si cambia” riassumeva probabilmente la nostra condivisa visione del mondo; che vincere o perdere non conta, se stai facendo quello che ti piace con le persone con le quali vuoi condividere l’esperienza.
“Lo sport è molto spesso un rifugio anti puttanate”
Sciatore asiaghese con la passione per il calcio, anzi, per il Vicenza Calcio.
Mi racconta un aneddoto su suo padre che va in Argentina negli anni ’80. Chiamata intercontinentale: “Ciao papà, ti passo la mamma”. “Aspetta, cos’ha fatto il Lanerossi?”. Ecco, quando in famiglia si respira lo sport in questo modo, possiamo garantire un imprinting chiaro, che ci condizionerà positivamente per tutta la vita. Non solo. La conferma dalle sue parole: “Lo sport per me è stato quello che mi ha tenuto lontano dalla droga. Considera che sono del ’61 e nel ’78, avevo 17 anni. La droga ha falcidiato un numero enorme di ragazzi. Sono stato più a funerali che a matrimoni. In quel periodo il passaggio dal primo spinello, alla cocaina, all’eroina, era velocissimo. Infatti per me lo sport è molto spesso un rifugio anti puttanate. Su questo punto aggiungo che l’importanza della cultura sportiva esalta la conoscenza di noi stessi, aumentando la percezione di chi siamo, di come affrontiamo la fatica, l’impegno, i valori e le sconfitte.
Ma è sul significato di convinzione che ci soffermiamo a ragionare, utilizzando il tennis e il golf, le nostre passione condivise: “Cambia per esempio quando giochi contro qualcuno che ha la cattiveria che tu non hai. L’atteggiamento. Mi ricordo un Ivanišević (link), difficilissimo da mettere in difficoltà anche se non aveva il talento di altri. Occhi di ghiaccio e massima concentrazione. Mentre nel golf mi viene in mente Severiano Ballesteros (link). Ricordo ancora i suoi occhi nei filmati anni ’70 e ’80. L’atteggiamento e la convinzione di vincere. Nei match play, faceva abbassare lo sguardo agli avversari.”
Questo è un tema che mi incuriosisce molto, perchè va contro il mio spirito sportivo. Se considerate che perfino avere una strategia, per me è una forma di disonestà intellettuale, capite bene quanto io non riesca a concepire l’idea di intimidire l’avversario. Ma capisco perfettamente il tema della convinzione. Della forza nel credere in se stessi e nella volontà di vincere e di portare a casa il risultato. Ovviamente sono contro al concetto dell’importante è partecipare, ma sono anche molto predisposto alla sconfitta. E chi più di uno sconfitto sa quanto importante è vincere.
Comunque, per capire la filosofia di Flavio, basta chiedergli se avrebbe voluto essere uno famoso, uno sportivo, oppure un cantante come Bono Vox: “No, io avrei voluto essere il bassista degli U2. Non il chitarrista ‘The Edge’, ma il bassista Adam Clayton. Non lo conosce nessuno. Divide soldi e fama, ma può fare una vita normale. Può andarsi a mangiare una pizza e se qualcuno gli chiede cosa fa nella vita, rispondere semplicemente ‘sono il bassista degli U2′”.
Sarà, ma Flavio Regazzoni fa parte di quelle persone alle quali è impossibile non volergli bene. Grazie mille per questa chiacchierata. Ci vediamo in campo.
#talentisineveryone #flavioregazzoni