Franco è incredibile. È come se riuscisse a tenere sempre la stessa andatura, anche nella vita. Gas aperto, quegli occhi a fessura come a scrutare l’orizzonte, quel sorriso sornione di chi ha capito qualcosa in più degli altri e la modestia disarmante di un meccanico alle prime armi.
A 64 anni, si sta chiedendo se è la moto ad essere vecchia, o il pilota. Dai risultati, verrebbe da fare una chiacchierata con gli sponsor per metterlo nelle condizioni migliori di gareggiare. Ma Franco Picco è una leggenda, indipendentemente dai risultati.
Se gli chiedo del talento, mi svia parlando di opportunità.
Se gli chiedo del concetto di vincere, mi parla di esperienza.
Se gli chiedo quali siano le sue capacità, mi nomina la fatalità.
Questo mi fa riflettere. In questa mia ricerca estenuante di scovare l’asso nella manica, scopro che ci sono uomini che fanno del successo un momento, che, nel suo caso, non finisce mai. La verità, molto spesso, è più semplice delle apparenze. I risultati, praticamente sempre, sono il risultato di molteplici fattori, dove il talento, quello naturale, concepito come capacità speciale di fare qualcosa (tolti i talenti naturali che possiamo catalogare come anomalie del sistema) è uno dei fattori che, abbinati alla passione, alla modestia, alla perseveranza, fanno di un soggetto, un campione.
In questo caso, una leggenda.
#talentisineveryone