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Lara Milan è una Specialist in Gifted and Talented Education e grazie al suo Dottorato di Ricerca presso l’Università di Pavia ha implementato per la prima volta in Italia un modello di didattica per lo sviluppo del talento e del potenziale individuale conosciuto internazionalmente con l’acronimo SEM: “The Schoolwide Enrichment Model, (Renzulli & Reis) link.
“Ogni bambino ha un talento, e sarebbe importante fornire agli insegnanti gli strumenti per riconoscere e valorizzare il talento di ogni studente, in un’ottica inclusiva”
Tengo molto a confrontarmi con lei sul tema talento perché ho la necessità di supportare il mio punto di vista umanistico, con un punto di vista scientifico. Se molto spesso infatti, si parla di talento in senso metaforico, in questo caso posso trattare il tema con il supporto di una persona che non solo ha una preparazione specifica ma crede fermamente nel bisogno di un cambiamento che in Italia tarda ad arrivare.
Dialogando con Lara Le rifletto di come la stragrande maggioranza delle persone che ho intervistato non fosse cosciente del proprio talento. L’esordio della nostra conversazione è affascinante, perchè le competenze hanno un potere ammaliante sulla mia cultura esperenziale: “Quella che tu hai evidenziato come una mancanza di consapevolezza in relatà è determinata dal fatto che purtroppo l’Italia ,negli ultimi 50 anni, non ha investito molto per promuovere modelli e strategie didattiche per riconoscere e supportare il talento a scuola. Non esistono dei percorsi specifici che permettano di individuare fin dai primissimi anni di scolarizzazione il talento dei bambini. E questo è un peccato perchè gran parte dei talenti inespressi o incompresi rischiano di andare persi. Mentre negli altri Paesi, e in particolar modo in America dove ho conseguito la mia formazione professionale in quella che viene internazionalmente definitiva ‘Gifted and Talented Education’ gli insegnanti vengono formati per riconoscere e supportare il potenziale e il talento, come dei veri e propri ‘talent scout’. Gifted and talented sono due cose distinte. La giftedness è una particolare dotazione cognitiva; un bagaglio che inizialmente si pensava esclusivamente genetico, mentre nel tempo gli studi di epigenetica hanno evidenziato come la giftedness sia anche il risultato di una continua interazione con l’ambiente. Il talento, invece, è comunemente inteso come una spiccata predisposizione, un’inclinazione, un’abilità straordinaria in un particolare ambito, sia esso artistico, sportivo, linguistico, matematico, ecc. che va riconosciuto e nutrito quotidianamente. Al di là del rendimento scolastico, bisogna promuovere le abilità trasversali, conosciute come ‘soft skills’ come le capacità di leadership, di problem solving, di pensiero divergente per permetteranno alle nuove generazioni di affrontare le sfide del domani.” Perchè non ci possiamo permettere di sprecare il talento, che va accolto e accompagnato ma che necessita di una personalizzazione del curricolo scolastico che permetta al talento di emergere anche in ambiti non strettamente curricolari”.
La lucida analisi di Lara illustra come l’istituzione di una nuova figura professionale nella scuola, vale a dire lo specialista di arricchimento, formato per riconoscere il talento dei nostri ragazzi, sarebbe un grande risorsa per gli studenti che permetterebbe loro di fare scelte più consapevoli sia di studio che lavorative, supportando le famiglie nel difficile compito di aiutare i propri figli a tracciare traiettorie di vita felici. Sarà scontato, ma la sensazione è che ogni giorno che passa senza una vera riforma della scuola, è un danno irrecuperabile al futuro della nostra nazione.
“Questi strumenti esistono e sono ampiamente utilizzate in tutto il mondo. Esistono dei modelli, delle strategie didattiche, delle scale di valutazione che permettono agli insegnanti di comprendere il potenziale individuale di ogni alunno. Allora sorge spontaneo chiedersi: perchè non fornire ai docenti una formazione specifica e dotare la scuola di questi strumenti oggettivi e validati a livello internazionale?”
La tematica apre un dibattito che non vuole entrare in polemica con il mondo della scuola quanto piuttosto fornire spunti di riflessione profonda. Vista la qualità dei contenuti, le competenze della mia interlocutrice e l’importanza di un tema di questo genere, concludo la prima parte dell’intervento di Lara Milan con una sua frase che dovrebbe farci riflettere: “Il voto non identifica il bambino. Perché il bambino è molto di più di un voto; come insegna il mio Mentore, il Prof. Renzulli dell’Università del Connecticut, annoverato fra i primi 10 guru dell’Education al mondo, dovremmo ripensare la scuola come ‘luogo per lo sviluppo del talento’”.
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