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Avete presente quel fumetto, che ha dei personaggi buffi e interessanti, intelligente ma con quel pizzico di umorismo, che piace ai ragazzi ma che affascina da sempre gli adulti, che abbiamo letto in macchina, in bagno, alla stazione, in metropolitana, a scuola, da sempre? E che si chiama con il nome di un piccolo roditore?
Avete indovinato: Topolino.
Ecco, per la prima volta in vita mia, conosco uno dei suoi disegnatori che mi racconta l’idea sua di talento, il significato di ossessione, e di come si sta ad aver raggiunto il sogno di fare ciò che ci piace, per otto, dieci, dodici ore al giorno. Spesso Sabati e Domeniche compresi.
Il suo percorso formativo e professionale: Liceo Artistico, tre anni a Milano alla Scuola del Fumetto e poi subito operativo disegnando un fumetto per una rivista di macchine truccate presentato al Motor Show. La sua prima delusione professionale lo porta a presentarsi alla Piemme, la casa editrice di Geronimo Stilton e iniziare, presentandosi al momento giusto e con un pò di fortuna, a lavorare per il restyling di Tenebrosa Tenebrax. Inizia così a lavorare per la DeAgostini, Battello a Vapore e Einaudi. Nel 2020, in concomitanza con la notizia di avere la moglie in dolce attesa, viene contattato da Andrea Freccero (link) che nel frattempo aveva preso in mano la direzione artistica di Topolino e inizia a lavorare per il mito del fumetto.
E poi andate a dirlo a lui che il 2020 è stato un anno da dimenticare…
“Non sono mai libero mentalmente dal mio lavoro.
Ho quella sensazione di perdermi qualcosa mentre sono impegnato.
Quando sono più libero invece, mi sento in colpa perchè vorrei
continuare a perfezionarmi.”
Dopo la doverosa premessa gli chiedo di spiegarmi il significato di essere ossessionato dal lavoro:
“Perchè ti ritrovi a fare delle cose molte volte che non sono nelle tue corde, ma sei talmente ossessionato dal migliorare, che stai li ore ed ore per un particolare, come disegnare un naso, come disegnare una mano, finchè non lo impari migliorando così anche le tue skills di base. Si nasce chiaramente con quella che può essere una propensione, ma è vero anche che il cervello è un organo predisposto ad imparare. Così una forte passione ti può anche portare a diventare un bravo disegnatore anche se non sei nato con certe dotazioni.”
È molto interessante il fatto di riconoscere il talento non nella predisposizione al disegno, ma nel carattere ossessivo di volersi migliorare ancora e ancora e ancora.
Altro insegnamento è che non esiste successo, lavoro, obiettivo, passione che dia grandi risultati senza una enorme, estenuante, devastante fatica. Insomma; se non esistesse la vetta, non esisterebbe la scalata. Se non esistesse la scalata, se non ci fossero obiettivi da raggiungere, senza un sogno, senza una meta, che vita sarebbe? A volte penso davvero che ci siano obiettivi irraggiungibili, ma che il solo fatto di provare a raggiungerli, sia esso stesso un traguardo. O magari è la magra consolazione di chi in cima, non ci arriverà mai. Ma torniamo ad Ivan.
Gli chiedo se da bambino, a scuola, erano riconosciute le sue doti e se è cresciuto in un ambiente scolastico capace di esaltare i suoi talenti.
“Sul disegno si, ma pensa che la mia maestra alle elementari chiese a mia madre se ero autistico. Io mi facevo molto gli affari miei, come è sempre stato, vivendo da buon creativo nel mio mondo. Ma mi chiedo come un docente non sia in grado di assecondare le inclinazioni di un bambino. Penso infatti sia fondamentale mettere un bambino nella condizione di conoscersi e di seguire le proprie inclinazioni. Non dare dei binari fissi. Io ti do qualcosa in mano, ti do gli strumenti, ma non puoi dare una linea da seguire; o segui quella oppure è tutto sbagliato.”
Il tema dell’insegnamento, della mancanza di sensibilità nel riconoscere il talento e le predisposizione dei ragazzi è molto complesso e molto spesso prende una deriva che si conclude con uno scarica barile tra genitori e docenti. Ma resta un tema che necessita di essere discusso e affrontato con i diretti interessati.
Quindi resto sul tema dell’ossessione perchè voglio saperne di più.
“L’ossessione è importante, perchè ti mette nella condizione di voler sempre migliorare. Ma se tu sei troppo ossessionato da una cosa, non la raggiungerai mai. Perchè non hai quell’approccio mentale che ti permette di viverla serenamente. Quindi forse il segreto è essere ossessionati con serenità. E devo dire che sono anche convinto che la qualità, la capacità, il talento, prima o dopo paghino sempre. Ti faccio un esempio con Gipi (link). Il fumettista che assieme a Zero Calcare è più conosciuto in Italia e non solo. Lui dice sempre che ha iniziato a svoltare, quando ha abbandonato l’idea del disegno perfetto, pulito, per lavorare con un disegno più raffato, più vero fino a presentare il suo libro intitolato LA MIA VITA DISEGNATA MALE (link). In questo caso però, credo che il suo talento sia supportato da un’esperienza di vita e una capacità di raccontare fuori dal comune. E quindi, a volte, avere avuto la sfortuna di una vita difficoltosa, che ti ha messo alla prova, può diventare quel valore aggiunto impossibile da insegnare e impossibile da imparare se non attraverso l’esperienza.”
Quanto mi piace scoprire sempre qualcosa di nuovo, attraverso queste persone straordinarie come Ivan. E per strardinarietà non intendo la sua capacità di disegnare, ma la capacità di vedere e imparare sempre da tutto e da tutti. Perchè l’insegnamento che ne deriva è che l’esperienza è un’altra arma per rafforzare il proprio talento. E non è trasmissibile a parole. E non è acquistabile. Ed è fondamentale.
Insomma, come sottolinea Ivan, sarebbe il momento di ricordare e riconoscere l’importanza del fumetto, invece di sminuirlo nel classico detto: “Ma dove l’hai letta, sul Topolino?”.
Il fumetto è fatto di competenze e da un insieme di cose complicatissime come la regia, i tagli prospettici, l’architettura, l’anatomia, la teoria del colore. E nonostante la digitalizzazione, resta una forma d’arte straordinaria che ci permette di tenere ben stretta quella parte umana e imperfetta della nostra anima bambina.
Perchè il fumetto è una cosa seria e Ivan Bigarella (link) ne è la prova!
#talentisineveryone