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Quando intervisto i ragazzi tendo a parlare più di loro. Questo è il classico errore di chi vorrebbe insegnare attraverso la propria esperienza; ma mi passerà. La cosa divertente è che un paio d’anni fa fu Matteo Taietti a chiedermi di intervistarmi per la sua rubrica #Storiedadiffondere. Io rifiutai garbatamente perchè non mi sentivo pronto a raccontarmi, mentre oggi, nonostante qualche distrazione, sono pronto ad ascoltare. Matteo è il classico caso, che dimostra come nella vita si possano raggiungere dei risultati straordinari senza sgomitare. Matteo è l’esempio vivente di come la gentilezza e la completa mancanza di saccenza possano permettere di raggiugere, con competenza e capacità, traguardi straordinari come presentare la sua opera prima #PerMemoria al Festival di Venezia e vincere il premio come miglior debutto cinematografico a 23 anni. Sembra quasi che la sua intelligente insicurezza sia un processo creativo straordinariamente potente.
Nella società in cui viviamo è un termine plasmato, modellato, enfatizzato, esorcizzato. Ma amo la parola talento, perchè pone valore ad una risorsa che tutti quanti noi abbiamo.
Io, per esempio, sono sempre stato una persona molto timida, introversa e riservata. Attraverso il teatro ho scoperto il mio talento per le relazioni.”
Lo ascolto talmente ammirato, che continuo ad interromperlo. Proprio così. Il suo sorriso, la sua spontanea modestia, questo sentirsi sempre alla ricerca di qualcosa per migliorare se stesso, mi mette nella condizione di stimarlo come un fratello maggiore che si sente fiero di lui.
Ma la sua storia, spezzettata da questa mia logorroica maleducazione, riesce ad uscire è mi fa scoprire, come molto spesso accade, che è dai fallimenti che rinasciamo più forti. È dalle sconfitte che il nostro talento si manifesta.
“Il mio motto di vita è: ci vuole coraggio, ci vuole azione. Così decisi, vista la mia passione per il Cinema documentario, di candidarmi per la ZeLIG School for Documentary, Television and New Media , che è l’unica scuola di Cinema Narrativo in tutta Europa con soli 50 posti disponibili. Ho fatto tutta la certificazione per la lingua tedesca e per la lingua inglese. Ho fatto una sceneggiatura, ho fatto un video, e dopo una selezione mi arriva una mail dicendomi che sono in lista d’attesa per essere arrivato 51esimo. Per me è stata una batosta pesantissima. Nel frattempo avevo vinto un Premio “Talenti per il territorio” del Gruppo Boschetti e decisi di investire la somma vinta, in un progetto condiviso, proprio perchè nell’elaborato che avevo presentato su Silvio Ceccato, cercando nei vecchi archivi della Rai, lui diceva delle frasi che mi colpirono e che io ho sintetizzato così: io ho tanta voglia di vedere i miei sogni trasformati in realtà, ma anche la vita dei miei amici”.
Insomma: un entusiasta curioso che ha tutta la mia benedizione. La stessa, probabilmente, che ha ricevuto dal nonno che gli è sempre stato al suo fianco come il migliore degli insegnanti possibili.
#talentisineveryone #matteotaietti