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Autodromo del Mugello. Fuori dai box. Siamo io, Andrea Ceccato, Uccio (il famoso amico di Valentino Rossi) e Guido Meda. Guido è appena sceso dalla sua Cinquecento Abarth e ci sta facendo morir dal ridere con il racconto delle sportellate ricevute a 150 km/h in rettilineo. Andrea sorride amaro perchè un’ora prima si è fatto portar via il muso della sua Ferrari F430 GT3 da una Lamborghini al primo giro, dopo essersi fatto girare da una Porsche 911 GT3.
Ogni tanto fermatevi a pensare: “Ma che figata sto vivendo?”
E mentre un gruppo di meccanici tarantolati ricostruivano ciò che ne era rimasto della macchina per permettere a Uccio di correre il giorno dopo, osservavo quel mondo fatto di passione, di olio motore, di centesimi, di sacrificio, di sogni e di episodi.
Sono passati un bel pò di anni, ma Andrea è ancora giovane. 34 anni sono davvero pochi per aver già dimenticato la fama, il successo, le speranze e le sconfitte.
Ha vinto il Casco d’Oro come miglior pilota emergente italiano, ha corso a Le Mans, la 24 ore di Daytona, ha partecipato alla Porsche carrera cup e alla 24 ore di Spa e ha corso con Valentino e Uccio nello stesso Team. Insomma, questo paio di esempi dovrebbero renderlo molto più fiero di come sembra sentirsi in questo momento. Ma fortunatamente Andrea è più maturo della sua età, e, al di là del rimpianto di aver smesso di correre, ha già quell’adulta consapevolezza che la vita di coppia, la famiglia e il lavoro, sono un valore che vale la pena vivere con tutto se stesso (sarà anche per quel rapporto straordinario con i suoi due genitori che ringrazia continuamente).
A volte, quando mi faccio raccontare il talento e le vite di chi ha fatto cose iportanti, nel lavoro, nello spettacolo, nell’arte o nello sport, ho la sensazione che avrebbero avuto bisogno di più consapevolezza. Avrebbero avuto bisogno di una frase molto semplice: “ma ti stai rendendo conto di che figata stai vivendo?”. Allora, forse, anche quell’incidente al primo giro, sarebbe sembrato tutta un’altra cosa.
#talentisineveryone