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Oggi 29 aprile è la #GiornataInternazionaledellaDanza. Quella in foto è Carla Fracci e lui il ballerino Mario Marozzi. Talento naturale nella capacità di trasmettere emozioni attraverso il suo corpo. Ma questo straordinario Maestro, alla domanda “ti senti un vincente o un perdente?”, vacilla. Ci pensa. E sommessamente, con l’aria di chi ha vissuto un sogno troppo lontano, dichiara di esserlo stato.
La sua umiltà contagiosa è troppo fragile per uno che si rispecchia nel ruolo di Spartacus.
“In certi meccanismi, tu ci entri, anche se sei un vincente”
“Tutti mi dicono che con quello che ho fatto, io sono un vincente, ma forse, in questo momento della mia vita, non riesco a tirare fuori il carattere che avevo prima”
Ma lui è stato primo ballerino all’étoile del Teatro dell’Opera di Roma a 26 anni e nel 2003 su richiesta della direttrice maestra e sua insegnante Carla Fracci. È stato paragonato all’amico, insegnante e padre putativo Vladimir Vasiliev. È stato guest in tante compagnie all’estero come Northern Ballet a Londra, Balletto Nazionale a Rio de Janeiro, Deutsche Oper di Berlino.
Così intervengo e con forza gli dico: “Mario, guardami. Tra i due, io sono il perdente, tu il vincente”. Lui scuote la testa, e mi guarda stranito cercando di scoprire dove sia la fregatura. “Non credo che tu sia un perdente, non mi dai questa sensazione”. E io ribadisco con la consepevolezza di chi non ha più nulla da perdere: “Mario, io SONO un perdente, ma sono un perdente di classe! Come riesco a perdere io, nessun altro!”. Ridiamo, e continuiamo la nostra chiacchierata. Ma per un momento, sono certo si sia ricordato di essere ancora il talento straordinario di sempre.
#talentisineveyone