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Cristina è moglie di Lucio, un mio compagno di classe delle elementari. Non ci siamo mai frequentati, ma la vita, ad un certo punto, ci ha fatti rincontrare. Le era appena nato il secondogenito. Bambino ritenuto sano al quale dopo mesi, per uno strano scherzo del destino, gli viene riconosciuta la sindrome di Rubistein Taybi (RTS Una vita speciale). Un caso ogni 125.000 bambini: una sindrome malformativa rara, caratterizzata da anomalie congenite, bassa statura, disabilità cognitiva e disturbi comportamentali.
Io avevo iniziato a coinvolgere un gruppo di professionisti in un progetto di “volontariato attivo” denominato Drungus de Dagobert (è celtico e significa la truppa di colui che porta il bene) e così mi presi l’impegno di darle una mano. Ricordo che una delle condizioni al quale porta una notizia come questa infatti, è il fatto di sentirsi soli. In quel frangente, per riuscire a farsi dare il part-time, per evitare di subire quei momenti di sconforto e di scoramento prima di ritrovare l’equilibrio, abbiamo fatto quello che potevamo fare.
Arrivati ad oggi, Diego ha 17 anni. Il primogenito 21 e nel frattempo, le prove per Cristina non sono finite.
“Resilienza. Questa è la parola che mi contraddistingue. Probabilmente il mio talento. Cioè la capacità di riorganizzarsi dopo un trauma, una catastrofe, o un qualsiasi evento che possa cambiare le nostre vite.”
“Questa è l’eredità di mia madre. Era rigida con me, ma nel tempo le devo riconoscere di avermi insegnato tutto quello che sono: a reagire sempre alle avversità della vita, a sorridere con il cuore, ad emozionarmi per le piccole cose, al gioire di ciò che ho. Perchè lei c’è sempre al mio fianco e so che mi sta guardando da lassù. I 7 anni che ha vissuto in più dalla comparsa del tumore al seno che sembrava darle mesi di vita, sono dovuti sicuramente alla sua capacità di informarsi, di abbinare cure naturali alle cure tradizionali, ad una dieta sana, all’importanza dei digiuni intermittenti, e di tante altre pratiche che ai tempi la facevano sembrare strana ai miei occhi, ma che oggi sono uno spunto di riflessione per me. Infatti dalla morte di mia madre, alla nascita di Diego, al tumore al seno, le prove per me, sembrano non finire mai. Ma è dal carattere, dall’educazione, dalla preparazione che sono diventata quello che sono. E questo mi pone su un piano diverso rispetto a tante persone che si perdono davanti a qualsiasi piccola difficoltà. Lucio, che è il mio metro di misura, mi sottolinea il fatto che sono io la diversa, perchè in genere anche il piccolo problema sembra insormontabile per chi non è abituato ad affrontarli quotidianamante“.
Ci penso spesso a quello che dice Cristina. Ci lamentiamo di problematiche ridicole rispetto a situazioni che cambiano la vita, senza avere il minimo rispetto della fortuna che abbiamo quando stiamo tutti bene in famiglia.
“Oggi vivere con Diego la ritengo una fortuna. L’ho sempre visto stupendo. Probabilmente perchè io vedo sempre il bello delle persone. Magari mi ritengono troppo buona, ma io di una persona che si è sempre comportata bene, quando sbaglia, non riesco ad essere così drastica come fanno in tanti, condannandola e mettendone in discussione ogni suo operato passato e futuro. Chi sbaglia non ha appello. Per me non è così e il detto di mio marito al quale credo è: MALE NON FARE, PAURA NON AVERE.”
Le chiedo se crede anche lei, come me, che la vita è un’equazione uguale a zero. Che tanto di da, quanto ti toglie.
“Si. Penso proprio di si. Infatti mia madre è morta giovane, ma quello che ha vissuto lei nella vita, c’è gente che non riuscirebbe a fare in due. Ed è come sto vivendo io. Voglio fare tante cose perchè nessuno sa quanto tempo ci rimane. È come se vivessi sempre con l’idea di avere meno tempo di altri, così vivo tutto più intensamente, mettendomi in prima persona, aiutando gli altri, cercando di viaggiare, di vivere al meglio; fino in fondo.”
Questa è la filosofia di vita che dovremmo avere tutti. Nessuno conosce la nostra data di scadenza. Spesso vivacchiamo e posticipiamo sogni e obiettivi con l’idea di avere sempre il tempo di fare le cose. La pandemia ci ha dato una sveglia sicuramente, ma serve una visione più a corto raggio invece che a lungo termine.
“Il mio non è pessimismo. È realismo. Io ho saputo del tumore il giorno del mio 43esimo compleanno. Era il 20 Aprile di 4 anni fa. Era una bella giornata. Durante la visita continuavo a scherzare, mentre il Dottore diventava sempre più serio, fino a dirmi di aver visto una microcalcificazione e che serviva procedere con l’ago aspirato. Uscii, andai in bagno, mi guardai allo specchio e mi dissi: “Tocca a me”. Ho iniziato a pensare che mia madre era morta a 49 anni, era vissuta 7 anni, e che quindi aveva scoperto la malattia a 43 anni, come me. Mia nonna, mia zia e mia mamma hanno vissuto la stessa malattia, con la stessa mutazione in BRCA2, quindi, nonostante la paura, la prima cosa che ho fatto, come mia madre, è stato quello di raccogliere informazioni e di cambiare il mio stile di vita. Tant’è che ho affrontato la chemioterapia con tanta energia vedendomi bellissima anche senza parrucca. Ma sono qui a raccontarti la mia storia perchè credo seriamente che ogni momento della nostra vita, sia da vivere al meglio.”
Tutta questa forza che sento nella sua voce, che vedo nei suoi occhi da sempre, mi fa sentire piccolo piccolo. Sono di fronte ad un gigante.
E conclude:
“Non pensavo di farcela. L’operazione, la degenza durante l’estate senza potermi girare nel letto senza dormire, la chemioterapia. Ma la mia famiglia, lo stimolo di Diego che resta un regalo ricevuto dal destino e il talento di non chiudermi in me stessa, mi permettono ogni giorno di affrontarlo con lo spirito giusto. Lo spirito con il quale si dovrebbe sempre affrontare la vita.”
Grazie Cristina. Ora ho le tue parole da ripetermi in testa, ogni giorno, come un mantra: vivere, aiutare gli altri, non perdere tempo, informarsi, vivere, aiutare gli altri, non perdere tempo, vivere, aiutare gli altri, non perdere tempo, vivere, aiutare gli altri, non perdere tempo, vivere, aiutare gli altri, non perdere tempo, vivere, aiutare gli altri, non perdere tempo, vivere, aiutare gli altri, non perdere tempo, vivere, aiutare gli altri, non perdere tempo, vivere, aiutare gli altri, non perdere tempo, vivere, aiutare gli altri, non perdere tempo…