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Ferruccio Lamborghini: il talento di migliorarsi un centesimo alla volta

by Autore Davide Librellotto
15 Dicembre 2021
Share on Facebookhttps://www.linkedin.com/in/davide-librellotto-a0ab327b/?originalSubdomain=it

“Mio padre mi ha insegnato a guidare molto presto. So che può sembrare incredibile, ma a 5 anni potevi darmi qualsiasi macchina con guida a destra, guida a sinistra, cambio automatico, manuale, berlina, qualsiasi cosa, e io la riuscivo a guidare”.

C’è tanta gente che si ostina a non cercarlo. Ma il talento è in ognuno
di noi!

Appuntamento fissato in EICMA a Milano per le 10:30. Partenza da Vicenza alle ore 07:00 per evitare ritardi. Ore 09:30 sono a 500 metri dal parcheggio della Fiera. Riesco ad entrare solo alle ore 10:10. QR code scansionato, pit stop al bagno, mani lavate e sanificate e via a passo svelto verso lo stand. Ma non lo trovo. Guardo tra la folla mascherata. Sono le 10:30. Preso dallo sconforto entro in uno stand e chiedo ad un ragazzo se ha idea di dove sia lo stand ISO perchè ho appuntamento con Ferruccio. E questo ragazzo dagli occhi azzurri ed espressivi mi risponde: “sono io”.

Sarà, ma le fatalità con l’età diventano déjà vu e si inizia a credere che sia davvero tutto già scritto. Ci sediamo su di un tavolino da riunioni col brusio classico di una Fiera che rivede dopo tanto tempo l’affluenza delle grandi occasioni e iniziamo la nostra chiacchierata.

“Dopo la passione per le quattro ruote, sono passato alle due. Otto anni motorino, poi minimoto e a 10 anni il bisogno di provare l’adrenalina e cimentarsi nel motorsport. Sono stato Campione Italiano in Moto 2 nel 2012 e nel 2014 ho preso coscienza dell’importanza di dedicarmi all’azienda di famiglia. Così ho smesso la mia avventura agonistica.”
Se parliamo di sport, voglio saperlo subito qual era il suo talento quando correva. Così glielo chiedo, capendo fin da subito di avere a che fare con un ragazzo molto bilanciato, serio e onesto intellettualmente.
“Non ho mai avuto il talento cristallino di chi sale su una moto e va più forte degli altri, però sono sempre stato molto attento al setup della moto. L’ho sempre capita. Un talento bilanciato tra tecnica e sensibilità per una guida molto fluida, pulita.
Sono sempre stato un pilota che quando arrivava ai box sapeva perfettamente cosa c’era da sistemare.
Anzi, a volte avrei dovuto essere un pò più ignorante e lasciarmi andare invece di restare ancorato al mio pragmatismo. Meno pugnette insomma, come si dice nella mia zona.”
Questo è un punto molto interessante. Non solo nello sport. Essere precisi, attenti, calcolatori, avere tutto sotto controllo è la base per affrontare le situazioni al meglio. Ma fatto questo serve lasciarsi andare. Anzi, è proprio la preparazione e aver pensato a tutto prima di affrontare una qualsiasi situazione che ci deve mettere nella condizione di potersi abbandonarsi alla nostra istintività. In gergo, se non ti si chiude la vena ci sarà sempre qualche freno a rallentare la tua corsa.

“Mi reputo un buon coordinatore, e questo lo devo alla mia esperienza con le moto. Ci sono persone, hai una squadra che lavora per farti crescere, per migliorarti con uno spirito vero di comunione. Non ho mai capito i piloti che non riescono a mettere a posto la moto e sembrano pensare ci sia qualcuno che non fa il suo lavoro o che addirittura li penalizzi. Io ho sempre e solo visto persone competenti che facevano tardi per finire il lavoro, che si sporcavano le mani con l’obiettivo di mettere la squadra e il pilota nelle condizioni migliori per vincere. Non sempre ci si riesce ovviamente, ma si perde e si vince insieme nel vero spirito del team building. Questa è l’esperienza che ho portato nel lavoro. Se ho imparato questo è grazie alle moto”.

Mi parla di sport considerandolo estremamente formativo e mi fa degli esempi sul mondo del basket portandomi a modello il suo mito Kobe Bryant. Mi parla di disciplina, di talenti frutto del lavoro, mostrandomi consapevolezza e valori precisi. Da genitore rimango profondamente colpito dall’educazione ricevuta e gli riconosco l’umiltà colta di chi è cresciuto in un contesto genuino e costruttivo. Così gli chiedo quanto pesa il suo cognome.
“Non posso dire di non avere pressioni. Allo stesso tempo mi chiedo: “come posso lamentarmi?”.
E nei momenti di sconforto che ovviamente ci possono essere mi dico: “ma che ca**o mi lamento a fare!”.
Questa sua dimensione coerente e lucida si rispecchia nel progetto che sta portando avanti dopo aver rilevato nel 2011 il marchio Iso (https://www.instagram.com/isomobility/)  (una marca dal passato glorioso visto che è stata fondata nel 1939 come Isothermos e che nel 1948 inizia la produzione di ciclomotori, motociclette e di quadricicli leggeri. Ricordate l’Isetta?).
Quando ci alziamo per guardare le sue creazioni (anzi, come specifica, le creazioni del team) e ci soffermiamo sullo scooter Uno-X, ne riconosco immediatamente la sua identità che fa incontrare tradizione e tecnologia abbinata a connotati racing che tanto hanno significato per lui.
Gli faccio un in bocca al lupo, perchè lasciare un segno dopo quello che hanno fatto le due generazioni che lo precedono sarà sicuramente una sfida imponente.
Ma come mi ha detto proprio lui durante l’intervista, basta migliorarsi un centesimo alla volta.

#talentisineveryone

 

Tags: Davide LibrellottoFerruccio LamborghiniImprenditoreISOLamborghiniMoto 2Pilotatalent is in everyone
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