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Ci siamo conosciuti durante i cinque mesi di Corso Ufficiali a Cesano di Roma. Ci siamo ritrovati dopo una ventina d’anni, più stanchi, più grigi, più saggi di un tempo e siamo finiti a parlare di talenti, di gioventù, di Italo Calvino e di Tomas Milian.
Ma cosa può unire il Professor Stefano Donati, docente presso l’Istituto Pantheon Design & Technology di Roma a Tomas Milian e a Italo Calvino? È iniziato tutto dopo avergli chiesto il suo talento. Stefano mi ha risposto così:
“Io penso di avere la capacità di trovare le connessioni tra situazioni e persone apparentemente slegate”
“Partendo da alcuni stimoli, sono riuscito più volte ad essere,non disciplinare, ma transdisciplinare, cioè a superare quelle frontiere che, in genere, sembrano insormontabili. Ti faccio un esempio tangibile di quello che sono riuscito a creare con altri colleghi. Nel 2013 ricorreva il novantesimo anniversario della nascita di Italo Calvino. Una delle sue particolarità fu quella di nascere a Cuba, a Santiago de las Vegas, anche se, si trasferì in Italia a due anni. Stiamo parlando dello scrittore italiano più conosciuto in tutto il mondo dopo Dante Alighieri, tradotto in 48 lingue. Decidemmo di omaggiarlo considerando la sua popolarità nel mondo degli architetti, scoprendo che questo derivava sopratutto sia dal famoso testo LE CITTÀ INVISIBILI, che dalle LEZIONI AMERICANE, ovvero le 6 proposte per affrontare il nuovo millennio. Ma fu solo il punto di partenza, avendo scoperto che Italo Calvino era di ispirazione per fotografi, artisti, designers e molti altri settori estranei all’ambito letterario. Quindi l’idea è stata quella di provare a raccontare Italo Calvino attraverso le diverse discipline, o quale fu l’influenza che le sue opere crearono al mondo contemporaneo. Creammo così la rassegna “In viaggio con Calvino” che presentava l’autore dal punto di vista storico, dal punto di vista mitologico, dal punto di vista del design, dell’arte, del cinema, del teatro etc… La mia capacità è stata quella, non di sostituirmi agli esperti e studiosi di Italo Calvino, ma di mettere insieme, in collaborazione con il collega e Architetto Marco Marini e del Prof. Arch. Massimo Locci, curatori, professionisti e competenti in grado di raccontare il personaggio cambiando il punto di vista”.
Sul fatto di cambiare il punto di vista e della sua importanza, sapete già come la penso e quanto approvo la capacità di riuscirci per affrontare qualsiasi prova senza cadere nel banale, nel già visto, nella standardizzazione del pensiero comune.
E continua: “Per fare questo abbiamo incentrato le attività soprattutto presso la Casa dell’Architettura di Roma, l’ex Acquario Romano, location di straordinaria bellezza e attuale sede dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia. Contemporaneamente abbiamo portato una parte della rassegna a Castiglione della Pescaia, dove Italo Calvino è sepolto, grazie alla fattiva collaborazione delle autorità locali e ne abbiamo sviluppato una specifica versione cubana a l’Avana. Questo progetto è durato 14 mesi. Durante questa rassegna e proprio per le connessioni ulteriori che queste attività possono creare, fummo avvicinati dall’autore e regista Giuseppe Sansonna che, al corrente della nostra intenzione di portare la rassegna a Cuba, ci presentò il suo libro e l’idea di scrivere una biografia completa su Tomas Milian, basata su una sua intensa intervista fatta recentemente con l’attore. Tomas Milian, per noi romani, è soprattutto “Il Monnezza” con i suoi film polizieschi doppiati dal grande Amendola, ma che in realtà è sempre stato un grande attore e una professionalità di altissimo livello (dall’Actors Studio di New York, alle collaborazioni con Bolognini, Citto Maselli, Zurlini, Bertolucci ecc.). Ma dai 20 anni agli 80, l’età che aveva quando ci siamo incontrati, Tomas Milian non aveva più messo piede a Cuba. Sansonna ci propose un’idea incredibile e affascinate: riportarlo a Cuba per fare un documentario sulla sua vita . Ovviamente, sfida accettata. Ci mettemmo subito al lavoro contando sui rapporti già in essere sia con le autorità cubane che con la nostra Ambasciata. Una serie di difficoltà oggettive tra cui il passaporto statunitense dell’attore e il suo stato di salute, furono complicazioni che resero l’obiettivo ancora più significativo. Dopo un anno di preparativi ed accordi con le varie autorità competenti, siamo riusciti nell’intento di fargli avere il visto per l’Avana e supportare Giuseppe Sansonna e la sua troupe nella realizzazione del Docufilm “The Cuban Hamlet – Storia di Tomas Milian”, che una volta realizzato fu trasmesso da RAI Movie. Oggi, quell’avventura è sintetizzata in un cofanetto che comprende sia il libro che ha dato origine al progetto, che il docufilm.”.
Morale della favola: il talento delle connessioni permette di partire da un punto A per raggiungere il punto B, passando per i punti F, G, H e Z. Perchè non sempre può portare ad una soddisfazione economica, ma aiutare la cultura con Italo Calvino e un mito romano a ritornare a casa, non hanno prezzo. Grazie Stefano per questo viaggio tra i talenti.