La metafora che mi viene è questa: è come se fossi costretto a bere un bicchiere di veleno. L’unica cosa che puoi chiedere è quella di buttarlo in un bidone d’acqua, così da diluirlo. Ecco, questo è quello che sto cercando di fare: sto cercando di diluire il rumore che c’è sui social, il veleno, appunto. E cerco di farlo con accorgitene™ (link), attraverso testi compatti che facciano riflettere, che ci sussurrano di guardare da un’altra parte, di usare i sensi in maniera diversa.
Ed è così che ci siamo “ritrovati”. Dico così, nonostante sia il nostro primo incontro, perchè inizio sempre di più a credere che il nostro percorso non solo sia già tracciato, ma che si ripeta all’infinito con l’intento di farci incontrare.
In futuro ci raduneremo
attorno ad un’idea
E su questo punto è proprio Dario Villa che mi illumina con la sua pacata irruenza intellettuale: “La gente pensava che io avessi qualche lezione da dare. Ma io non avevo niente da insegnare. Io avevo bisogno di qualcosa che mi permettesse di tenere la barra a dritta. Accorgitene era qualcosa che ripetevo a me stesso. Quindi ho pensato a questo progetto come ad una riserva indiana. Io cerco di mettermi intorno le persone che mi piacciono. Ed è una visione politica. Perché la politica come la intendiamo è fallita. La religione è fallita. Io penso che in futuro saremo radunati secondo il nostro pensiero. Ci raduneremo intorno ad un’idea. Ad una visione. E questo lo puoi vedere in progetti come l’Eroica (link), la manifestazione cicloturistica che rievoca con i percorsi, i mezzi e l’abbigliamento, il ciclismo di un tempo. Ho scoperto che hanno un vero e proprio progetto di vita che gira attorno ad una grande ed incredibile passione. Li tiene insieme. Si sostengono a vicenda. L’idea che si corra una gara non competitiva, dove i gesti di altruismo sono le vere vittorie, è straordinario. È l’essenza della nostra esistenza.”
Stiamo parlando di community, di passioni condivise dove il business non è il fulcro dell’idea.
Il fulcro è la condivisione di una passione.
È un modo di vivere. Va oltre il guadagno. Oltre il successo.
Arriviamo così alla fatidica domanda: “Dario, ma quel’è il tuo talento?”
E lui mi risponde così: “Non so se ne possiedo uno. Ma le persone che ho intorno mi dicono che so parlare. Io non so se sia un talento perchè non so se porti dei vantaggi. Ma di sicuro cerco di vedere le cose in modo diverso. Porle sotto un’altra visione. Sul significato di talento invece, io penso questo: tutto quello che possiamo fare è usare al meglio i nostri sensi. Che poi non è nient’altro che l’esperienza che chiamiamo vita. E per sfruttare al meglio i tuoi sensi devi avere il bello intorno. E per farlo devi avere un’esca (i talenti appunto) per attrarre le persone migliori, cioè persone in grado di stimolarci a migliorare. Altrimenti questa esperienza di vivere, che cos’è?”
Dario è l’esempio di come si possa essere irruenti, scuotere gli animi, con educazione e delicatezza. Ogni sua parola è sussurrata per poi esplodere al nostro interno. È energia. Devo, anzi, voglio passare più tempo con persone come lui. E lo dobbiamo fare tutti. Dobbiamo seguire la teoria che per vivere meglio, dobbiamo avere il meglio attorno a noi. Questo meglio sono le persone e la natura che ci ospita. Su questo punto lui si sofferma molto, tanto che nelle sue “spremute” di valori energetici, c’è l’importanza di tutelare l’ambiente. L’ultimo estratto lo ha scritto il 3 Marzo Giornata Mondiale della Natura dicendo: “Che strano, oggi è il compleanno di Madre Natura e, come ogni giorno, il regalo lo ha fatto lei a noi”.
E mi racconta un’esperienza appresa da Stefano Mancuso (link) che si occupa di neurobiologia vegetale, cioè lavora sulla parte “senziente” delle piante, alla Triennale di Milano: “Lui ha fatto un esperimento, mettendo davanti alle persone una foto della giungla dove si intravvedeva una tigre. Alla domanda su cosa vedessero, tutti rispondevano: “una tigre”. Perchè la natura, la giungla, non venivano percepite. L’ambiente viene dato per scontato. Serve sviluppare una sensibilità completamente diversa nei confronti dell’ambiente.
“Io credo che i pensieri interessanti, i pensieri intelligenti, debbano sottrarre spazio ai pensieri di m****a. È proprio una lotta. Il brutto prende solo lo spazio che il bello lascia. Il male avanza quando il bene arretra”.
Non voglio togliere spazio ad un suo grande progetto raccontando il suo percorso professionale, ma non posso neanche esimermi dal nominare i suoi trascorsi in Saatchi&Saatchi, in Pirella Götsche, in D’Adda Lorenzini Vigorelli, in McCann e Havas, visto il prestigio di queste grandi società di comunicazione e le sue attività di copywriter, di scrittore, di artista e di Direttore Creativo (per finire alla The6th). Quindi, fatte le dovute presentazioni concludo con questa sua grande e geniale idea: “Qualche anno fa ho ideato un libro per Ferrarelle. Un libro per insegnare ai più piccoli il rispetto per un bene prezioso come l’acqua. Un libro da colorare per bambini. Nel libro ci sono vignette dove l’unico spazio bianco da riempire con un pennarello azzurro è l’acqua. Ma quello che i bambini non sanno è che il pennarello è stato sabotato: non basta per colorare tutta l’acqua presente nel libro. In questo modo i bambini non riescono a concludere il loro gioco. E quando chiedono il perché ai genitori o alla maestra la risposta è: l’acqua è un bene prezioso che devi imparare a gestire. Quindi prima di colorare la vignetta con il papà che lava la macchina, si doveva dare la priorità alla vignetta con una donna in cerca d’acqua nel deserto. Le priorità te le insegno sbagliando. Come la filosofia di accorgitene™. Io non ho delle risposte, ma vorrei che ci facessimo più domande.”
Ho prestato molta attenzione alle sue parole. Ho colto le sfumature, mi sono arricchito dalle sue competenze, ho imparato dalle sue esperienze. Perchè, come ha affermato proprio Dario, “la vita è quella a cui presti attenzione”.