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Ci colleghiamo. Mariana gentilmente fa le dovute presentazioni e iniziamo la nostra chiacchierata. La chiamo così perchè, come confermato dal comm. Lamborghini, le mie non sono vere e proprie interviste, ma più semplicemente delle chiacchierate tra amici.
Da genitore mi permetto di fargli i complimenti per la qualità della persona e l’educazione di suo figlio Ferruccio che ho intervistato poco tempo fa, per poi chiedergli se è d’accordo con me con l’idea che il talento sia in ognuno di noi.
“Certo che si. Poi spetta alle persone riuscire a sfruttarlo, a metterlo in pratica. Molte volte ci sono talenti sprecati o talenti non sfruttati per mancanza di cattiveria, di incisività“.
Concordo. Ma quando ribadisco il concetto dicendo che in effetti serve una certa cattiveria nel sgomitare per riuscire, mi corregge.
“Non parlo di sgomitare. In realtà la cattiveria la intendo nei confronti della volontà di raggiungere l’obiettivo, non nei confronti degli altri. Come in una competizione sportiva il rispetto di chi affrontiamo è fondamentale. Anche perchè la sfida resta solo con noi stessi“.
“Quando a 30 anni mio padre mi cedette le redini dell’azienda, avevo due strade. Adattarmi ad una realtà già consolidata o cercare di realizzare qualcosa di mio, di personale. Così, ammirato dai marchi del fashion come Gucci ed Hermes, creai il mio marchio: Tonino Lamborghini (link).
Non fu facile perchè la stampa mi demolì e gli articoli dei giornali di allora li conservo ancora oggi. Ma alla fine, nonostante girassi per il mondo come un commesso viaggiatore con a casa un’azienda da migliaia di dipendenti, sono riuscito a portare l’eccellenza italiana nel mondo: con il mio nome.”
Da spettatori sembra tutto più facile per chi si porta addosso cognomi pesanti e importanti come può essere quello di Lamborghini. La verità è che per arrivare dov’è arrivato e uscendo non solo dalla comfort zone, ma anche dal segmento di appartenenza, il comm. Lamborghini ha compiuto un vero e proprio riposizionamento di mercato che, per chi ha passione di brand positioning e di brand identity (come me), è praticamente impossibile. E se per i più maliziosi può passare l’idea che con i soldi si ottiene tutto, il comm. Lamborghini iniziò questa sua personale scommessa con 20 milioni di lire.
Tant’è che quando gli chiedo quale sia il suo talento, la sua risposta è semplicemente questa: “Sono eclettico“.
Sorrido, riconoscendogli molti più talenti di quelli che lui si riconosce.
Gli chiedo se l’appoggio che ha ricevuto dalla famiglia l’ha trasmesso anche ai suoi figli.
“Avere l’appoggio della propria famiglia è fondamentale per creare qualcosa di importante. Con Ferruccio che è davvero bravo gli ho detto: se ce la fai è farina del tuo sacco, ma se dovesse andar male, allora la sconfitta ce la dividiamo in due.”
Parole stupende che ogni figlio vorrebbe sentirsi dire all’inizio di una sfida professionale.
Gli chiedo cosa intende per successo e retoricamente, se ritiene di averlo raggiunto.
“Successo. Si, credo di averlo raggiunto. Per me successo significa fare qualcosa per se stessi, ma soprattutto realizzare qualcosa in grado di cambiare la vita anche agli altri“.
E il giudizio degli altri? Conta anche quello?
“Devo dire la verità che per me è sempre contato molto. Anzi, ammiro quelli che se ne fregano di tutto e di tutti e vanno avanti senza guardare in faccia nessuno. Ma per me non è così.”
E le sconfitte?
“Ci rimango male. Le subisco. Ma durano poco. Sono subito pronto a reagire“.
Sono ammirato. Non mi capita spesso, ma del comm. Lamborghini comprendo la grandezza del suo percorso imprenditoriale tutt’altro che scontato e ne riconosco i tratti di chi si è fatto da solo nonostante il cognome e la sua grande impresa famigliare.
Chiudo chiedendogli quale sia l’auto che usa tutti i giorni.
“Ah, io ho una Jaguar. Stranamente con gli interni in pelle perchè ho sempre considerato gli optional una cafonata. Pensi che ne ho avuta una con gli interni in tweed, come l’auto della Regina Elisabetta”.
Sorrido, ringrazio il comm. Lamborghini e Mariana Saracino della disponibilità e chiudo la nostra “chiacchierata (emozionante) tra amici”.